MOODBOARD
Elena Ovecina and Sara Lorusso
curated by Giuditta Elettra Lavinia Nidiaci
Galleria Vik, Milano
28 February – 2 April 2023
Opening: 27 February, h 5.30 pm
La mostra “Moodboard” riunisce i lavori recenti di due giovani fotografe che vivono in Italia, Elena Ovecina e Sara Lorusso, che da tempo hanno incentrato la loro ricerca sui temi del corpo, della femminilità, della sessualità e della fluidità di genere, con incursioni nei territori dell’abito come identità e travestimento, oltre che nella moda e nel costume intesi nel senso più ampio del termine.
“Il moodboard”, scrive la curatrice della mostra, Giuditta Elettra Lavinia Nidiaci, “è una rappresentazione visiva che consiste in un insieme di immagini, parole e materiali che ha lo scopo di tracciare una “mappa d’ispirazione” per chiarire i punti da seguire e rispettare gli obiettivi di lavoro”, e “rappresenta il punto di partenza per progettare una collezione di moda.
L’insieme di immagini, parole e materiali intercettato dal moodboard (…) evocano emozioni, ricordi, sensazioni, percezioni come una vera e propria mappatura emozionale, la stessa che abita gli scatti di Sara Lorusso e Elena Ovecina”
ELENA OVECINA è una fotografa russa naturalizzata in Italia. Nata nel 1986 a Rostov-na-Donu, in Russia, abita a Milano, dove lavora come artista e come fotografa, spaziando dalla moda all’arte contemporanea. Inizia a collaborare con “Vogue” nel 2016, in occasione del “Photovogue Festival”, specializzandosi in ritratti, soprattutto femminili, con una particolare attenzione ai temi dell’identità e della fluidità di genere.
Il suo lavoro è incentrato sulla raffigurazione di personaggi, per lo più maschili ma non solo, figure dall’atmosfera fortemente malinconica e a tratti quasi onirica, sorprese in momenti di intimità e di solitudine. “Gli intrecci di emozioni e storie raccontati nelle foto delle artiste si traducono visivamente, nel caso di Ovecina, nel pallore mortuario dei corpi dal gusto squisitamente preraffaellita, così come nella luce caravaggesca emanata da quelle carni composte e vigorose al contempo: sofferenza e tormento sono placidi, perfettamente sospesi e incastrati nel tempo dello scatto”, scrive Giuditta Elettra Lavinia Nidiaci. “Nel suo lavoro si ritrova una straordinaria eleganza e compostezza, anche quando si tratta di tematiche purtroppo ancora scottanti: l’estetica e l’etica della fluidità di genere s’incontrano in una perfetta traduzione visiva”.
Il taglio dato alle immagini è fortemente cinematografico, la composizione scarna, i temi, quelli dell’incertezza e della fluidità di genere, del dubbio esistenziale, della memoria, della nostalgia, della paura o del rifiuto dello stigma sociale. Le ragazze e i ragazzi ripresi da Elena Ovecina sono personalità eteree, quasi impalpabili nella loro solitudine esistenziale, ritratte in attimi di sospensione del tempo, come fossero intente a una riflessione su se stessi e sulla propria storia collettiva e individuale. “Avevo sette anni quando ho ricevuto in regalo una Polaroid”, racconta l’artista. “Da grande ho continuato a fotografare le persone… I miei personaggi principali sono creature mute nostalgiche e strane che possono mimare i loro pensieri.
Sono persi nei loro ricordi”.
SARA LORUSSO è nata a Bologna nel 1995. Da sempre interessata al femminile, nei suoi scatti racconta quasi sempre storie vere di persone che le sono vicine, o che ha conosciuto, e che riprende spesso all’interno dell’intimità delle loro stanze da letto. La sua è una mappa documentaristico-relazionale, che mette in scena ragazze e donne di oggi, in un’atmosfera glamour ma non priva di inquietudini, incertezze, malinconie, che vengono alla luce attraverso il corpo, i gesti, momenti di solitudine o di intimità ripresi dallo sguardo della camera. Sin da piccola, l’artista è stata affascinata dalla natura e dalle forme vive, sia nella natura che nell’ambiente sociale. Da qui la necessità di scavare a fondo nell’animo di chi le stava intorno, per cercare di captarne emozioni, sentimenti, senso di solitudine o di incertezza esistenziale. “La mia passione”, dice, “nasce un po’ per caso. Ho ricevuto la prima macchina fotografica per il mio compleanno e, come tante ragazze, ne ho fatto un uso semplice. Dopo la fine del liceo mi sono iscritta a una scuola di fotografia. Lì è nato quasi tutto. Ho davvero scoperto un mondo e da quel momento ho deciso di non abbandonarlo più”.
“Lorusso”, scrive Giuditta Elettra Lavinia Nidiaci, “è una storyteller nata, da sempre interessata al ruolo della donna nella società, della femminilità che si esprime nel corpo di una “donna biologica” così come in forme di travestitismo, femminilità dunque come condizione di inclusività o di esclusione. Centrale nella sua ricerca risulta essere il racconto, che si esplica mediante la fotografia analogica, di un dialogo intimo di corpi, di storie, di persone a lei vicine così come sconosciute, che vivono una relazione omosessuale, eterosessuale o ibrida, incerta, “persone normali” come le definirebbe la scrittrice Sally Rooney, ma che la società ancora non normalizza e accoglie”. “Mi è sempre piaciuto fotografarmi”, dice l’artista. “Amo molto il mio corpo e quello degli altri. Penso sia un soggetto che abbia bisogno di essere raccontato. Ognuno è diverso e ognuno ha il proprio corpo”.
Exhibition Views
Focus booth on Marìa Magdalena Campos-Pons curated by Francesca Pasini, Galleria Giampaolo Abbondio at Artissima 2021, photo-credits Antonio Maniscalco.
Focus booth on Marìa Magdalena Campos-Pons curated by Francesca Pasini, Galleria Giampaolo Abbondio at Artissima 2021, photo-credits Antonio Maniscalco.